Il ruolo del sistema immunitario nella NAFLD, prospettive per una futura immunoterapia

Negli ultimi anni, l’immunoterapia è diventata di grande interesse per ricercatori e clinici in particolare la sua applicazione nel trattamento di alcune neoplasie e nel trattamento di alcune malattie infiammatorie.

E’ recente la scoperta, grazie ad un gruppo di ricercatori del laboratorio afferente alla Unità di Medicina ad Indirizzo Metabolico (Int. J. Mol. Sci. 202223(5), 2707), che la malattia del fegato grasso (non alcoholic fatty liver disease-NAFLD) è caratterizzata da una maggiore attivazione del sistema immunitario, che predispone all’evoluzione verso forme più severe quali la steatoepatite non alcolica (NASH), la fibrosi e il carcinoma epatocellulare (HCC). E’ stato visto che i macrofagi e i leucociti del fegato esercitano un ruolo chiave nella patogenesi (esordio ed evoluzione) della NAFLD, e che in particolare, i linfociti T CD4+ sono attivati durante le fasi iniziali dell’infiammazione epatica cui segue l’aumento delle cellule T natural killer e dei linfociti T citotossici CD8+ che contribuiscono al danno tissutale.

Le scoperte del coinvolgimento del sistema immune nella evoluzione della NAFLD a steatoepatite (NASH) potranno in futuro permettere lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche con l’utilizzo di immunoterapia.

“L’interazione tra i cambiamenti dello stile di vita e la predisposizione genetica (PNPLA3) nei pazienti con NAFLD durante la pandemia da COVID-19”

Durante la pandemia da COVID 19 abbiamo assistito ad un drastico cambiamento dello stile di vita della maggior parte della popolazione mondiale. Tuttavia alcune categorie di soggetti ad esempio chi è affetto da malattie metaboliche (steatosi, diabete…) hanno maggiormente risentito di questo cambiamento. E’ stato recentemente descritto, in un lavoro pubblicato dai ricercatori della Unità di Medicina ad Indirizzo Metabolico (Nutrients 2022, 14, 556), che tutti i pazienti con NAFLD hanno avuto un incremento di peso ed una riduzione dell’attività fisica durante la pandemia e che, anche con incremento di peso modesto, si è osservato un peggioramento delle alterazioni metaboliche ed epatiche.

L’impatto sullo stile di vita durante la pandemia è stato differente a seconda dell’età del paziente, l’aspetto più interessante che è emerso è il ruolo del PNPLA3 come fattore di rischio indipendente per l’aumento di peso, il risvolto pratico di questa scoperta: chi è portatore di questa mutazione dovrebbe stare ancora più attento al peso facendo una vita “sana” per prevenire danni anche severi.

Dieta materna ricca in grassi durante la gravidanza facilità obesità del bambino

Una altra recente scoperta nell’uomo, a conferma di dati su modello animale, è che la dieta della mamma durante la gravidanza influenza, attraverso una modifica del microbiota intestinale, il tessuto adiposo del bambino, vale a dire che le mamme che durante la gravidanza hanno una dieta ricca di zuccheri e grassi possono condizionare lo sviluppo dell’obesità del loro bambino anche dopo la nascita. Visto che l’obesità del bambino e adolescente è oggi un problema mondiale, questa scoperta diventa fondamentale per le prossime generazioni (Gut Microbes 2021, DOI: 10.1080/19490976.2020.1857513)

“La prevalenza globale della NAFLD è del 30% ed è in continuo aumento, il che richiede strategie urgenti e complete per sensibilizzare e affrontare tutti gli aspetti della NAFLD a livello locale, regionale e globale”

Questa è la conclusione dell’articolo apparso sulla rivista internazionale Hepatology a gennaio 2023 (The global epidemiology of nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD) and non-alcoholic steatohepatitis (NASH): a systematic review, .) e rappresenta una media della prevalenza mondiale di questa patologia con differenze tra le popolazioni del mondo come documentato da numerose pubblicazioni scientifiche riassunte ed analizzate in questo articolo. Impariamo a conoscere la malattia: la NAFLD

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