Il ruolo del sistema immunitario nella NAFLD, prospettive per una futura immunoterapia
Negli ultimi anni, l’immunoterapia è diventata di grande interesse per ricercatori e clinici in particolare la sua applicazione nel trattamento di alcune neoplasie e nel trattamento di alcune malattie infiammatorie.
E’ recente la scoperta, grazie ad un gruppo di ricercatori del laboratorio afferente alla Unità di Medicina ad Indirizzo Metabolico (Int. J. Mol. Sci. 2022, 23(5), 2707), che la malattia del fegato grasso (non alcoholic fatty liver disease-NAFLD) è caratterizzata da una maggiore attivazione del sistema immunitario, che predispone all’evoluzione verso forme più severe quali la steatoepatite non alcolica (NASH), la fibrosi e il carcinoma epatocellulare (HCC). E’ stato visto che i macrofagi e i leucociti del fegato esercitano un ruolo chiave nella patogenesi (esordio ed evoluzione) della NAFLD, e che in particolare, i linfociti T CD4+ sono attivati durante le fasi iniziali dell’infiammazione epatica cui segue l’aumento delle cellule T natural killer e dei linfociti T citotossici CD8+ che contribuiscono al danno tissutale.
Le scoperte del coinvolgimento del sistema immune nella evoluzione della NAFLD a steatoepatite (NASH) potranno in futuro permettere lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche con l’utilizzo di immunoterapia.