Malattie metaboliche del fegato
Le malattie metaboliche di cui l’associazione si occupa sono: la steatosi epatica non alcolica, acronimo di NAFLD (Non alcoholic fatty liver disease) che può evolvere in steatoepatite non alcolica (NASH) ed essere associata a fibrosi che se severa può portare alla cirrosi.
Un recente problema di sanità pubblica è rappresentato oggi dal sovrappeso / obesità e dal diabete.
In entrambi le condizioni la steatosi epatica è presente in più del 50% dei pazienti. Altre malattie epatiche metaboliche sono quelle da accumulo di metalli, rame (morbo di Wilson) e ferro (emocromatosi) ed alcune malattie rare quali le tesaurismosi, Gaucher, etc.
È da ricordare inoltre che, vista l’enorme prevalenza della NAFLD nella popolazione generale, si aggira infatti intorno al 25- 30 %, anche nelle epatiti da virus B e C può coesistere una malattia metabolica del fegato.
Diagnosi
Spesso le malattie metaboliche non danno segno di se fino a quando la malattia è conclamata ed in particolare il fegato nelle fasi iniziali non da segni clinici chiari di malattia ma manda dei segnali che bisogna essere in grado di riconoscere per prevenire malattie potenzialmente gravi. Diventa pertanto molto importante diagnosticare i soggetti affetti dalle malattie metaboliche in una fase precoce in quanto se trattate in modo adeguato possono essere completamente reversibili senza lasciare danni.
Un esempio molto chiaro è il rapporto tra steatosi e diabete: se curi la steatosi non si sviluppa il diabete. Le malattie metaboliche comprendono una serie di patologie che coinvolgono praticamente tutti gli organi e che danno origine ad alcune note malattie quali il diabete, l’arterioscerosi, le patologie cardiovascolari, l’ovaio policistico, etc.
L'approccio terapeutico
Nonostante l’elevata prevalenza di queste patologie nella popolazione generale mondiale e le complicanze epatiche e cardiovascolari che accompagnano queste malattie, solo recentemente l’opinione pubblica ha iniziato a dar risalto al problema. Tuttavia ancora poco viene fatto in termini di prevenzione e le terapie farmacologiche a tutt’oggi sono solo in fase di studio. Inoltre un corretto stile di vita, ad oggi l’unico approccio terapeutico ad oggi riconosciuto, è ben lontano dal comportamento della maggior parte della popolazione e anzi sembra andare in direzione opposta a quanto necessario per la risoluzione del problema. I principali progressi si basano sulla migliore conoscenza della patogenesi della malattia e sull’attività dell’industria farmaceutica finalizzata a produrre farmaci verso i nuovi bersagli identificati dalla ricerca di base.